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Ricordando Giorgio Gaber (lungo)

Inviato da maghetta 
Ricordando Giorgio Gaber (lungo)
10.06.2003 - 14:02
INCONTRI

E quando sei lì, al mare, sdraiato a goderti il sole su una spiaggia qualsiasi... Avanza, il negro, anzi, l'uomo di colore. Ahi! Che faccio? Quella di far finta di dormire è un vecchio trucco che non funziona mai... "Ehi! Amigo! "
Madonna com'è grosso e com'è nero... voglio dire, colorato... colorato di nero, però. Dicono che quelli proprio neri-neri siano i migliori, i meno aggressivi. D'altronde l'idea dello scontro fisico non è certo da prendere in considerazione. Lui è lì, pieno di cinture, sciarpe. calzini, cappellini, borse, valige, tappeti, asciugamani e maglioni. Insomma, con addosso tutto quello che può portare un camioncino di medie dimensioni... 'PUTUTUTUPUM!'... tutto in terra. E ora prova tu a non comprare niente. Guarda come suda. Chissà da dove viene... povero Cristo, in fondo anche lui deve mangiare. Magari con un sacco di figli e quattro o cinque mogli... giovani... però, che salute!
E alle ore quattordici, sotto il sole cocente di agosto, mi rimetto sdraiato con la gioia di aver acquistato alcuni oggettivi utili tra cui un ombrello e un bel maglione di pura lana vergine. Benissimo!

E quando sei lì, in un ristorante qualsiasi, tranquillo, in compagnia dei tuoi pensieri migliori, sei lì, in attesa della seconda portata sbriciolando dolcemente... Avanza, il sordomuto... adagio, col suo passo felpato. E in un silenzio imperturbabile depone sul tuo tavolo un piccolo pupazzo e un biglietto con scritto: 'sordomuto'. L'avevo capito.
Generalmente non ce la fai a ridarglielo subito, il pupazzo, perché il felpato se n'è già andato. Solo chi frequenta poco i ristoranti può pensare che sia un gentile omaggio seguito da un poetico addio. Io, no. Io so che torna e sbriciolo un po' più nervosamente.
No, non è per i soldi. E’ che non se ne può più. Adesso quando torna gliene dico quattro. Ma cosa... gli dico... Maledizione, non si può neanche litigare.
Rieccolo, il felpato. Certo che, poveraccio, così giovane... se è vero che è proprio sordomuto... "Ecco, tenga, tenga". Un cenno di ringraziamento e si allontana.
Rimango da solo sempre in attesa della seconda portata e mi viene in mente che una volta ho visto un film. Non mi ricordo bene la storia. Neanche le intenzioni del regista. Però so che quando uscivi, solo per il fatto di non essere sordomuto, ti sentivi una *****. Benissimo.

E quando sei lì, a bordo della tua macchina pulita, fermo a un incrocio qualsiasi... Avanza, il lavavetri... Maledizione, non l'avevo visto, se no mi fermavo prima, o cambiavo strada. Eccolo, viene avanti col bastone in mano, e io... "No, grazie..." col ditino, poi due volte, tre volte, sempre col ditino e alla fine: "NOOO!".
Ce l'ho fatta. Sono stato un po' cattivo, ma efficace. E proprio in quel momento... 'CIAFF!"... La spugna sul vetro. Tutta l'acqua che cola sulla tua macchinina pulita. Che male! E poi col tampone "WOM-WOM!" Due passate. Sì, va un po' meglio, solo una righina orizzontale, mi contento... E quando mette giù i tergicristalli... 'SSSCCC!'... Tutto un gocciolare, una cascata... che poi rimangono le righe in verticale. Che male!
Non t'incazzare, non t'incazzare, non t'incazzare che poi sei anche razzista.
Avessi almeno qui un mille lire... che più rapido è meno si soffre. Maledizione, il portafoglio... perché dev'essere così incastrato... Fatele davanti, le tasche, per Dio! Ecco, ce l'ho fatta. Bene, il millino non ce l'ho neanche qui, ti pareva... Cinquemila, sì, va bene un cinquemila. Ma sì, cinquemila, non importa, non fa niente... "Tieni il resto, grazie".
A questo punto lui è raggiante e, dato che c'ho il finestrino aperto, mi mette anche una mano sulla spalla... "No, grazie, questa l'ho già lavata". E lui ride, e ti saluta, e ti sorride, ti sorride, ti sorride... che allegria!
Arriva il verde e io riparto con la mia macchina pulita e il vetro tutto a righe verticali e orizzontali... Benissimo!

Eh, sì! E' vero, troppe volte accade di non sentirsi perfettamente a proprio agio. L'esistenza di qualcuno che sta male é una specie di tabù, qualcosa che non vorremmo vedere.
E' come se dentro di noi ci fosse uno strano senso di colpa che non sappiamo spiegare e allora, forse, per riparare abbiamo bisogno della nostra buona azione quotidiana.
No, intendiamoci, ben venga qualsiasi slancio che possa alleviare le sofferenze di altre persone. C’è solo da sperare che la nostra bontà sia il più possibile pulita. Perché anche la bontà se é compiaciuta, finta o addirittura interessata, non serve certo a procurarci un posto in paradiso.
Sono esigenti i guardiani del cielo. La sola moneta che vogliono é l'amore.


Re: Ricordando Giorgio Gaber (lungo)
10.06.2003 - 18:39
Penso che nessuno lo leggerà non t sembra un pò lungo!


Re: Ricordando Giorgio Gaber (lungo)
10.06.2003 - 18:42
bhe l'ha scritto nel thread non lamentiamoci a sproposito




Re: Ricordando Giorgio Gaber (lungo)
10.06.2003 - 21:55
....Non lamentiamoci........(perche' lamentarsi?) :? :?




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biosimulant


Re: Ricordando Giorgio Gaber (lungo)
10.06.2003 - 21:57
beh, se nessuno lo legge...pazienza.
io comunque l'ho postato affinche' fosse letto, perche' mi sembrava bello e significativo come monologo(e'solo uno dei tanti). ;)




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datemiungrappino


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