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STORIA TELEFONIA MOBILE IN ITALIA.CHI MI AIUTA A RICOSTRUIRLA???

Inviato da Khomeini 
Re: STORIA DELLA TELEFONIA MOBILE IN ITALIA.QUALCUNO MI AIUTA A RICOSTRUIRLA???
30.01.2004 - 17:24
No. Assolutamenta. Era un ponte italiano posto in alto, e che quindi "debordava" anche dall'altra parte della montagna, in territorino svizzero. Dofatti "prendeva" solo per 4/5 km prima di entrare a locarno, arrivando da Milano.


Re: STORIA DELLA TELEFONIA MOBILE IN ITALIA.QUALCUNO MI AIUTA A RICOSTRUIRLA???
30.01.2004 - 18:01
Tu li conservi ancora diciamo come ricordo questi telefoni o la sip se li è ripresi quando ha dismesso il servizio?Quanto pesavano più o meno le "valige" a 160mhz e a 450mhz?Questi telefoni li possedevano già un certo numero di persone in Italia o i privilegiati che li avevano erano ancora pochi? il passaggio da 450mhz a tacs 900 come è avvenuto e che miglioramenti/peggioramenti secondo te apportava il tacs 900 rispetto ai 450mhz?


Re: STORIA DELLA TELEFONIA MOBILE IN ITALIA.QUALCUNO MI AIUTA A RICOSTRUIRLA???
30.01.2004 - 18:59
Il primo a 160 mhz la SIP (era di sua proprietà) me l'ha rititato quando ho messo il 450. Il 450 me l'hanno rubato con l'auto. Poi ho preso uno Star tac 900 mhz. Prefisso 0337. Non so cosa pesassero le valigie, perché non l'ho mai posseduta, ma credo 2/3 kg (il peso più importante era quello delle batterie). No, eravamo in pochi. dai 450 ai 900 c'é stata una sola cosa importantissima: il telefono l'avevi in tasca invece che avvitato sul cruscotto dell'auto!!!!!!!!!!! poi il 900 si é perfezionato, poi é venuto il GSM, ecc. ecc.


Re: STORIA DELLA TELEFONIA MOBILE IN ITALIA.QUALCUNO MI AIUTA A RICOSTRUIRLA???
30.01.2004 - 19:03
BINGO!!!!!!!!

Garda un pò questo link

http://ftp.mvpnetwork.net/manuals/telecom/ link:

Quelli indicati sono tutti quelli di, diciamo seconda generazione. io avevo i primi modelli.


Re: STORIA DELLA TELEFONIA MOBILE IN ITALIA.QUALCUNO MI AIUTA A RICOSTRUIRLA???
30.01.2004 - 19:06
Ragazzi, leggere le istruzioni del 160 mhz (e relative chiamate, accensioni luci, ecc. ecc.) mi ha fatto tornare indietro di 20 anni!!!!!!! (Anche se ne ho solo 47)


Re: STORIA DELLA TELEFONIA MOBILE IN ITALIA.QUALCUNO MI AIUTA A RICOSTRUIRLA???
31.01.2004 - 06:38
Per fare un esempio di quanti 450 ci fossero, nel 1987 lo installai, ed avevo il numero 0333 720038 (72 era Torino, credo fossero per oldine alfabetico le provincie). Un mio amico lo installò oltre un anno dopo, ed aveva il numero 0333 720636


Re: STORIA DELLA TELEFONIA MOBILE IN ITALIA.QUALCUNO MI AIUTA A RICOSTRUIRLA???
31.01.2004 - 14:56

Luciano Buffo ha scritto:

> Scusate, il link giusto é
>
> http://ftp.mvpnetwork.net/manuals/telecom/

Con una sola parola:"bellissimo"! era quello che stavo cercando.Grazie!


Re: STORIA DELLA TELEFONIA MOBILE IN ITALIA.QUALCUNO MI AIUTA A RICOSTRUIRLA???
01.02.2004 - 12:55
Ah un ultima cosa entrambi i sistemi a 160 e 450mhz erano in modulazione di frequenza vero?


Re: STORIA DELLA TELEFONIA MOBILE IN ITALIA.QUALCUNO MI AIUTA A RICOSTRUIRLA???
01.02.2004 - 21:19
Si, erano in modulazione di frequenza e non solo intercettabilissimi, ma addirittura, specie nei 160, addirittura alcuni "radioamatori" ti entravano nella comunicazione! A me é successo una volta con uno di cui ho riconosciuto la voce, e poi l'ho richiamato. Nei 450 esisteva un tasto (mi pare denominato IN) col quale "invertivi la banda" e la comunicazione era più difficilmente intercettabile. Però perdevi potenza di trasmissione e ricezione.
Una curiosità: coi 160 MHZ la SIP di forniva anche la guida del telefono della provincia in cui era installato il radiotelefono. La buttavi sul sedile posteriore e faceva molto VIP:


Re: STORIA DELLA TELEFONIA MOBILE IN ITALIA.QUALCUNO MI AIUTA A RICOSTRUIRLA???
01.02.2004 - 21:28
A me è capitato di intercettare una comunicazione tacs 900 nel 1990 nel periodo dei campionati di Italia'90.


Re: STORIA DELLA TELEFONIA MOBILE IN ITALIA.QUALCUNO MI AIUTA A RICOSTRUIRLA???
01.02.2004 - 22:49
io qualche anno fa, ma non tantissimi, ho solo 17 anni, direi 1990 o giu' di li, si avro' avuto 4 anni, mi ricordo che su un tram in corso sempione si è sentita a tutto volume una conversazione.....
possibile che fosse uno di questi sistemi, cosi facilmente intercettabili che bastava la radio del tram??


Re: STORIA DELLA TELEFONIA MOBILE IN ITALIA.QUALCUNO MI AIUTA A RICOSTRUIRLA???
02.02.2004 - 06:37
Per i 900 mhz TACS era un pò differente, mentre 450 e soprattutto 160 erano frequenze vicinissime a quelle dei radioamatori. Quindi per loro era una manna ascoltare, ad esempio, due amanti che si davano appuntamento di nascosto dai rispettivi coniugi. E siccome la potenza era limitata, quidi la conversazione che intercettavano era in un raggio ristretto attorno a loro, e chi aveva il telefono in bella vista in macchina lo si sapeva, molte volte, come é successo a me, sapevano anche chi era al telefono. Per fortuna che parlavo con mia figlia.
Per quello che dici la radio del tram, potrebbe trattarsi di quello che i radioamatori chiamano TVI (in gergo TV-ahi), quando cioè una emissione radio vicina viene captata da un qualcosa che non c'entra nulla a causa, magari, di un filo elettrico arrotolato che fa da solenoide. Oppure, come succede a volte, l'emissione di una radio viene captata da un televisore a causa della vicinanza.
Vedi quando c'era la grana delle emissioni di radio vaticana che la sentivano addirittura nei citofoni!
E questo solo in analogico, col digitale (GSM, UMTS, ecc) non é possibile.


Re: STORIA TELEFONIA MOBILE IN ITALIA.CHI MI AIUTA A RICOSTRUIRLA???
02.02.2004 - 14:11
be per esempio io basta che alzi un po' troppo le casse del computer, e quando nn c'è suono si sentono radio.... cmq interessanti ste cose :)


Re: STORIA DELLA TELEFONIA MOBILE IN ITALIA.QUALCUNO MI AIUTA A RICOSTRUIRLA???
05.02.2004 - 10:55
Luciano Buffo ha scritto:

> Per i 900 mhz TACS era un pò differente, mentre 450 e
> soprattutto 160 erano frequenze vicinissime a quelle dei
> radioamatori.

Lo sono tutt'ora, frequentate più da casinisti che da radioamatori, ma lo sono ancora :)
Mi trovate sull'R3 del Beigua e RU8 Ronzone, chiamatemi :P

> E siccome la potenza era limitata, quidi la
> conversazione che intercettavano era in un raggio ristretto
> attorno a loro, ...

Beh, raggio ristretto a 160 MHz è relativo: sicuramente se i cellulari gsm fossero tutt'ora su quella lunghezza d'onda, ci sarebbero moooooolte meno antenne, per la gioia di tutti i comitati composti dalla gente ignorante (nel senso che ignora, non voglio offendere nessuno!) :D

Summer / adoro essere radioamatore :D


Re: STORIA DELLA TELEFONIA MOBILE IN ITALIA.QUALCUNO MI AIUTA A RICOSTRUIRLA???
05.02.2004 - 11:53
Più che ignorante (nel senso che ignora=non al corrente di tutti i dati tecnici) direi strumentalizzata.

Per cosa riguarda la potenza limitata, volevo intendere che un radioamatore si inseriva su una comuncazione che per forza di cose doveva essere in un raggio di qualche chilometro, o decina di chilometri, non senz'altro , ad esempio, da Torino inserirsi su una comunicazione a Milano.

Io radioamatore : anno 1970 = SWL I120355 ; anno 1974 = I1ITL


Re: STORIA TELEFONIA MOBILE IN ITALIA.CHI MI AIUTA A RICOSTRUIRLA???
05.02.2004 - 22:56
Luciano, se sei in Piemonte (leggendo zona 1 tanto distante non sei :) ) e sei attivo in V o UHF ci si puo' sentire per fare quattro chiacchiere! :D Per quanto riguarda la potenza limitata, io ti dico solo che dal Monte Tobbio (confini AL - GE) riesco a sentire gli LPD dal centro di Milano (500 mW, quindi ben meno della potenza dei cellulari di una volta,come hai scritto tu) con un semplice portatile piu' il suo gommino originale.. Con questo non voglio assolutamente contraddirti, il mio esempio è una condizione estrema, ma giusto per mettere al corrente anche chi tutt'ora utilizza il servizio TACS che è ascoltabile anche a molte decine di km di distanza, se l'orografia è particolare.

Saluti e complimenti per l'attivita' radio da cosi' tanto tempo :)


Re: STORIA TELEFONIA MOBILE IN ITALIA.CHI MI AIUTA A RICOSTRUIRLA???
06.02.2004 - 07:44
Mi sono dimenticato di dirti che prima (anni 65/70) ero un CB (naturalmente clandestino); e pensare che ho 47 anni. Ad ogni modo, per motivi di lavoro (sono stato 5 anni in Africa) sono oltre 10 anni che non modulo più. Sono d'accordo con te che, in condizioni estreme, si può arrivare ad una propagazione come dici tu. Ad esempio io sono in Alto Canavese a 600 mt. slm, ed un'impresa edile (frequenza 160,640 Mhz) era sovente disturbata dai Vigili Urbani di Trino Vercellese (e viceversa). E sono 80 km. Poi hanno cambiato la frequenza all'impresa edile.


Re: STORIA TELEFONIA MOBILE IN ITALIA.CHI MI AIUTA A RICOSTRUIRLA???
06.02.2004 - 15:01
A tutte le notizie che, in maniera esauriente e corretta, gli amici hanno fornito, vorrei aggiungere che:

- Il primissimo impianto (che probabilmente avrà avuto Gianni Agnelli, subito dopo l'allora amministratore delegato del gruppo STET), era installato su un'auto ed era dotato ancora di disco combinatore (!!!) e fu presentato con tanto di fotografie e servizio su un numero di Quattroruote (mi sembra nel 65 o 66).

L'articolo spiegava più o meno quello che gli amici già hanno descritto con dovizia di particolari.
Inoltre, la parte ricetrasmittente di potenza portava via mezzo baule della macchina (anche perché a quei tempi i bauli erano meno capienti di ora).
Ovviamente a quei tempi era permesso telefonare e nessun vigile si sarebbe sognato di multare Gianni agnelli, o di levargli i punti dalla patente (a parte che Agnelli non guidava certamente), anche se Quattroruote già allora raccomandava di fermarsi per telefonare, sia perché il segnale sarebbe stato più stabile e meno affetto da fading (evanescenza in inglese) sia perché tanto era impossibile ricevere telefonate (si potevano solo fare).

I primi impianti non li fece la SIP semplicemente perché non esisteva ancora !

Li fece per prima la Stipel e poi tutti gli altri (Timo, Teti, Telve, ecc.) e le zone coperte erano veramente poche e ridotte (MIlano, Torino, Roma e pochissime altre città !
Generalmente tali impianti se li potevano permettere solo i grandi magnati come gli Agnelli, i Pirelli, i Marelli, e ..... il Presidente della Repubblica.

Piano piano le coperture furono allargate ma la propagazione tipica su quella frequenza costringeva ad installare grossi ripetitori su montagne molto alte allo scopo di garantire la visibilità ottica.
Le antenne erano degli stili con una molla alla base, della lunghezza di circa 5/8 d'onda e pressappoco erano 120 cm di lunghezza, la molla aveva la doppia funzione di rendere flessibile l'antenna e di fare da induttanza di adattamento di impedenza.

Era montata di solito sul dietro dell'auto prima di tutto per ridurre le perdite del cavo verso l'unita a RF che stava appunto nel baule e poi per ridurre le interferenze ed il disturbo causato dalle candele dei motori rigorosamente a benzina (allora le autovetture Diesel le aveva solo qualche taxista che aveva il Fiat 1900 D o la Mercedes 200D), infatti all'epoca il Diesel era o deriso o Tabù !

Come tutta la telefonia Wireless, anche questa usava 2 frequenze distinte (una per ascoltare e una per parlare) ed erano ovviamente in chiaro.
E' vero che disponendo di apparati a FM, qualche radioamatore riusciva ad intercettare, é anche vero però che quasi tutti i pochi apparati a 144 radioamatoriali commerciali di quell'epoca erano "rigorosamente" bloccati a 145,999 e tranne qualcuno che li modificava, era difficile intercettare "fuori banda".

E comunque poteva venire intercettata solo una frequenza per volta (a meno di non disporre di 2 apparati), anche se, spesso, attraverso il "rientro" della fonia dalla "forchetta telefonica" , si poteva sentire (con volume molto più basso) anche il corrispondente, e magari scoprire se Agnelli stava ordinando il suo primo Yacth da 1 miliardo (di allora) o se Pirelli stava comprando una piantagione di caucciù in Venezuela !!!
L'importante era disporre di una buona direttiva Yagi da puntare verso il cucuzzolo dei monti su cui stavano i repeater !!

Mi é capitato ancora recentemente, di fare ascolto sia da 160 a 165, sia dai 450 ai 460 e ho notato che le frequanze sono ancora impegnate e si sente bene il fischio del tono presente sulla portante.
Per chi dispone di apparati radioamatoriali con larga sintonia (oggi lo sono quasi tutti) sarà facile accorgersi dei canali anche perché sono parecchi (anche una decina) e sono distanti tra loro a passi con cadenza costante (se non ricordo male di qualche centinaio di Khz, correggetemi se mi sbaglio).

Mi hanno detto che le frequenze sono ancora "accese" per tenerle prenotate ed evitare così che altri enti o servizi ne reclamino la redistribuzione.

Qualcuno ha scritto che alcune di queste frequenze sono già state riallocate, ma a me risulta invece il contrario e cioé che, per ora, siano ancora riservate anche se non più in uso.
Ultima cosa, poi chiudo, tutta la circuiteria era rigorosamente analogica e non c'era la presenza di neppure un lontano parente stretto di circuiti digitali (come invece poi avvenne sul 450 Mhz, almeno limitatamente alla gestione della logica di controllo della selezione numerica e digitale).
Era tutto un sapiente e raffinato gioco progettuale di filtri analogici multifrequenza che generavano i toni per la chiamata (i progenitori del sistema DTMF) e anche nella parte a RF c'era uno spreco di filtri ad elica e nelle versioni più costose e raffinate, a cavità, per eliminare il problema del rientro della RF.
Anche perché le potenze in gioco erano molto più alte e la portante modulata era sempre presente durante la conversazione.
Erano insomma quanto di meglio l'industria elettronica sapeva progettare e realizzare in quell'epoca dato che in quei telefoni era necessario mettere tutta la tecnolgia e la ricerca più avanzata disponibile...... esattamente come oggi accade nei cellulari !!!

Con l'unica differenza che 35-40 anni fa, l'Italia disponeva di industrie e di progettisti che ERANO CAPACI DI COSTRUIRE QUESTE MERAVIGLIE, mentre oggi non lo é più !!!!!

Una chicca:

I più malfidenti (e ricchi), che sapevano della possibilità di queste intercettazioni, una volta stabilita la comunicazione, disponevano la cornetta in una sorta di "culla" ospitante i padiglioni microfonici assomigliante ai primi modem fonici degli anni 60, e parlavano con una seconda cornetta collegata ad una apparecchiatura che effettuava una sorta di inversione di banda fonica.
L'effetto all'eventuale ascolatore era quello di una incomprensibile "spernacchiata" tipo trasmissioni SSB e così veniva garantita la riservatezza.
Più tardi tali apparecchiature furono rese disponibili anche per il grande pubblico e si chiamavano "scrambler" e inoltre, la diffusione della tecnica digitale (al posto di quella analogica) consentì l'introduzione di codifiche "Scramblerate" di tipo numerico (l'antenato del GSM) e praticamente inattacabile, mentre allora, un buon radioamatore speriemntatore, sarebbe ugualmente riuscito a decodificare il messaggio.

Come vedete di strada da allora ne é stata fatta tantissima, anche se le problematiche, alla fin fine ..... non sono cambiate !!!




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FABRIZIO


Re: STORIA TELEFONIA MOBILE IN ITALIA.CHI MI AIUTA A RICOSTRUIRLA???
06.02.2004 - 18:15
Complimenti Fabrizio!

Nulla da eccepire.

Aggiungerei solo che io, nel 1985, feci installare i 160Mhz, e l'apprecchio er, come già detto, un mezzo baule installato nel cofano posteriore. L'antenna come dici tu era 1,20 mt e con molla alla base. Te lo installava la SIP e per accordarlo (......) segavano la punta dell'antenna un pezzo alla volta sino ad essere il più vicino a zero come onde stazionarie riflesse.

Il telefono vero e proprio era un AUSO-SIEMENS con la cornetta agganciata a desta in verticale, e per combinare il numero avevi dieci rotelline con i numeri, iniziavi da sinistra e i posti che avanzavi (se il numero era inferiore a 10) mettevi delle "X".

Tengo a precisare che, prenotando la chiamata al 119, che poi ti richiamava, potevi anche telefonare all'estero.


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