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LTS ... quale futuro?

Inviato da Misterfrank 
LTS ... quale futuro?
24.07.2002 - 11:35
su Panorama di qualche settimana fa
e' stato pubblicato un articolo su LTS
e sulle gravi condizioni condizioni finanziarie in
cui versa.
Qualcuno sa di piu'?
Come reperire quell'articolo di panorama?
Saluti.


Re: LTS ... quale futuro?
27.07.2002 - 08:52
Re: LTS ... quale futuro?
27.07.2002 - 09:53
Sognava di diventare la Tiscali della Sicilia. Ma il destino della Lts di Palermo ha seguito tutt'altro corso, attraverso finanziarie di Miami, azioni-bidone, terreni in Liberia. Fino all'epilogo con la Finanza che indaga.
Lanciata nel 1999 con in tasca una licenza di telefonia fissa e obiettivi ambiziosi, la Lts si è trovata lo scorso settembre davanti a oltre 25 milioni di euro tra debiti e perdite: così il management e la proprietà (Giuseppe Luongo e la famiglia Santonocito) hanno gettato la spugna. La Lts sembrava avviata alla liquidazione con i suoi 130 dipendenti.
A marzo, però, è avvenuto il miracolo: una cordata di investitori americani ha rilevato il 100 per cento dell'azienda. Mezzo prescelto: una srl romana con 10 mila euro di capitale, la Gps di Walter Del Vecchio, imprenditore di 55 anni reduce da una gestione di alcuni McDonald's del litorale di Ostia finita in tribunale.
Poi da Miami, in Florida, entra in scena la Bezenet inc., una società quotata su un listino non ufficiale del Nasdaq, l'Otcc Bb. La Bezenet il 26 aprile rende noto di aver rilevato il 15 per cento della Lts in cambio di 20 milioni di azioni proprie, in un'operazione valutata 23 milioni di dollari. Ufficialmente la Bezenet si presenta come una «conglomerata operante nell'Internet franchising, con attività immobiliari e turistiche».
Ma a bilancio (al 31 ottobre scorso) non ha che 20 mila dollari di cassa, più qualche risparmio investito in fondi, quattro immobili, una raccolta di francobolli, una quota nella società C-Trade e alcuni portali che fanno da vetrinetta a un giro di modelle.
Unico asset di rilievo è una partecipazione valutata 23 milioni di dollari nella Ivat Industries di Miami. La quale ha un solo bene: un pacchetto di azioni della stessa Bezenet. In comune, oltre all'indirizzo, Bezenet e Ivat hanno anche la proprietà e il management, nella persona di Sergio Massaglia, un architetto torinese di 47 anni con alle spalle una denuncia per associazione a delinquere.
In borsa i titoli delle due società valgono appena un centesimo di dollaro.
Ma al di qua dell'oceano vengono spacciati per oro: Massaglia parla di Bezenet come del «quarto Internet provider mondiale» e promette provvigioni del 50 per cento agli intermediari che riusciranno a piazzare le azioni.
Ci cascano a migliaia, in una catena di Sant'Antonio che corre lungo la Penisola fino alla Svizzera, incrociando i destini di Luigi Fasulo, il kamikaze del Pirellone, e Marco Russo, l'ex proprietario del Foggia Calcio.
Vengono prospettate joint-venture fittizie o alleanze dal nome ingannevole. Come quella, sconcertante, con la Cisco Italia: un consorzio romano che non cura infrastrutture di telecomunicazione come l'omonima multinazionale americana, ma gestisce magazzini e servizi di facchinaggio.
Nel giro di nove mesi l'assetto proprietario di Bezenet cambia radicalmente: dopo Met International di Houston, Cisco Italia e Lts, a metà maggio entra la Akanar, una ditta thailandese che fa import-export a Monrovia (Liberia) e rileva 57 milioni di azioni Bezenet.
È a questo punto che Massaglia esce di scena, mentre la nuova proprietà porta in dote all'azienda siciliana 20 mila ettari di terreni in Liberia. Intanto a Palermo i dipendenti della Lts aspettano da mesi un piano industriale, mentre la regione media con la Telecom Italia per salvare i posti di lavoro. Solo un dettaglio trapela: la nuova Lts introdurrà in Italia la telefonia criptata, a prova di intercettazioni. Una tecnologia brevettata dalla Defense security dei Marrapese, famiglia di italoamericani legata sempre alla Bezenet con attività in Burundi, Ciad, Haiti, Colombia e Venezuela.
Il loro core business? La formazione di guardie del corpo e mercenari. Il cerchio si chiude il 30 maggio, quando la Guardia di finanza ha aperto un fascicolo per sospetta truffa e riciclaggio: Del Vecchio si dimette lasciando l'azienda al suo destino. E finisce la favola della telefonia siciliana.


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