Riprendo una Notizia pubblicata sul sito dei dipendenti di Ipse2000 (www.ipsedosmil.it ) e la cui fonte dovrebbe essere il sito Fineco .............la parte interessante e quella che riguarda le indiscrezioni sui problemi della rete .........Alex
Da Fineco: 28 febbraio 2003
H3G si pappa Wind? "3", come preferisce farsi chiamare, smentisce. Wind si affretta a dire che non vuole "dare adito a voci di mercato", Enel, maggiore azionista di Wind, non commenta. Ma fonti bene informate del settore delle tlc italiane sostengono che H3G, controllata dal colosso cinese Hutchison Whampoa (che da solo vale un terzo di tutta la Borsa di Honk Hong), avrebbe messo gli occhi sul terzo operatore di tlc italiano e avrebbe già avviato contatti con Enel.
Il fatto è che il tanto atteso servizio Umts, annunciato a dicembre da H3G e che forse solo il mese prossimo sarà disponibile a chi lo ha prenotato, avrebbe qualche problema. O meglio, come preferiscono dire nella sede di "3", "non è perfetto".
Così avviene, ad esempio, che se sto telefonando con H3G ed esco da una zona coperta dall’Umts per entrare in un’area dove c’è solo il Gsm o il Gprs, la linea cade e sono costretto a richiamare. Inoltre inizialmente l’Umts coprirà solo i principali capoluoghi.
Un secondo problema, sempre di rete, è quello per cui H3G, che possiede solo antenne Umts, non è in grado di offrire una copertura totale sul territorio nazionale e laddove non arriva è costretta a far passare il suo traffico sulle linee Tim. L’accordo col maggiore operatore italiano di telefonia mobile riguarda , però, solo il traffico voce (rete Gsm), dove, grazie a un regolamento dell’Autoritry, H3G paga soltanto il prezzo del costo sostenuto da Tim. Per quanto riguarda il traffico dati, ovvero il Gprs, nessuno costringe Tim ad applicare prezzi diversi da quelli proposti all’utente finale e H3G ha preferito non fare accordi. La scelta per il cliente di H3G resta così usare l’Umts dove arriva, altrimenti solo il Gsm.
Ma i problemi non sono finiti qui, l’ultimo, non da poco è che finora i telefonini Umts ovvero due Nec (uno da 770 euro, l’altro da 900 euro) e un Motorola (da 570 euro ma senza videotelefonata) non sono in vendita: si possono solo prenotare da H3G. La loro diffusione è pressoché inesistente.
Dal quartiere generale di H3G sottolineano che "all’inizio tutte le nuove tecnologie non sono perfette" e l’offerta commerciale che prevede 85 euro al mese di affitto più utilizzo illimitato del telefono, "è davvero un affare" (140 euro al mese se si vuole comprare a rate l’apparecchio). A prezzi di mercato, dicono nella sede di H3G, l’offerta vale 2.000 euro al mese.
Di fatto Tim, Omnitel e Wind, questi problemi non li hanno. Per loro i servizi di terza generazione (news del Tg1, Tg5, filmati dei gol, trasmissioni di foto e giochi) sono già una realtà . E’ vero che il Gprs ha una velocità limitata rispetto all’Umts, ma tutte e tre le società affermano che l’utente finale non se ne accorge e aggiungono di possedere reti già pronte per quando i terminali Umts saranno diffusi tra il grande pubblico.
Insomma "3" ha tre grandi problemi: il passaggio da una rete all’altra, la copertura dell’Umts sul territorio nazionale e la mancata disponibilità dei terminali Umts. "Tutte queste difficoltà sarebbero risolte se le voci di un’acquisizione con Wind fossero vere- dice un analista di una Sim milanese -. H3G potrebbe coprire il territorio nazionale, integrare al meglio i tre diversi tipi di rete, vendere contenuti avanzati senza bisogno di una larga diffusione di terminali Umts. In più ad H3G andrebbero anche altri vantaggi: dalla diminuzione degli investimenti sia tecnologici che pubblicitari, all’acquisizione di nuovi clienti (8 milioni quelli di Wind n.d.r.) per non dimenticare il più importante: aver fatto fuori un concorrente".
Quanto al prezzo della ipotetica cessione, un altro analista stima in 8,5 miliardi di euro il valore d’impresa della parte mobile di Wind, di cui 6,5 di debito. A Enel rimarrebbe la parte di telefonia fissa ereditata da Infostrada che potrebbe vendere a un altro gestore, per esempio ad Albacom (azionisti sono Mediaset, British Telecom, Eni e Bnl).
Come dice un importante banchiere d’affari, l’operazione sarebbe "assolutamente logica", anche se restano due problemi: il primo è costituito dal fatto che, acquistata Wind, H3G si troverebbe con due licenze Umts, di cui una quasi impossibile da utilizzare o piazzare.
Il secondo concerne le intenzioni di Enel, azionista di Wind con il 76%. Il socio francese France Telecom (24%), alle prese con un indebitamento enorme, non vede l’ora di fare cassa e sarebbe pronto a uscire da Wind. L’a.d. di Enel, Paolo Scaroni, ha lo stesso obiettivo finale, ma per meglio valorizzare l’asset intende prima fare decollare definitivamente Wind anche dal punto di vista dei risultati aziendali, e per questo è impegnato in uno sfibrante negoziato per convincere il socio francese a tirare fuori nuovi soldi per ricapitalizzare la società . Scaroni, amministratore delegato di Enel, ha detto che entro metà 2003, "se i corsi di mercato lo consentiranno", potrebbe esserci la quotazione di Wind con un collocamento al pubblico del 25% del capitale, di cui il 20% generato da un aumento di capitale e solo il 5% ceduto dagli attuali soci. Ma ogni giorno che la Borsa scende, l’ipotesi H3G diventa più interessante.
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