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Le cesoie, i sacchi, il sangue nel garage

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Le cesoie, i sacchi, il sangue nel garage
24.08.2005 - 11:18
Scorrendo "Repubblica" di oggi, l'attenzione si sofferma sull'interessante editoriale a firma del noto giallista Carlo Lucarelli sul ben noto fatto di cronaca nera avvenuto quest'estate, che invita a riflettere su come la fine orribile delle due vittime, in quanto persone qualunque, senza ombra di doppia vita, colpisca di più :

SE la tesi della Procura si dimostrasse esatta e Guglielmo Gatti fosse l'autore dell'omicidio degli zii - se, naturalmente, nessuno può essere considerato colpevole finché non viene dimostrato - allora il giallo di Brescia avrebbe ben poco di giallo, con un colpevole individuato fin dai primi giorni che lascia una serie di indizi e commette una serie di errori come fanno nella realtà quasi tutti gli assassini che non lo sono ma lo diventano, perché hai voglia a pensarci bene e a conoscere a memoria tutti i telefilm di C. S. I., ma c'è il fattore umano che ti frega, il nervosismo, l'eccitazione, il ribrezzo, l'agitazione... sbagliano i professionisti nei romanzi gialli, figuriamoci i dilettanti nella realtà. Se, ripetiamo, se. Altrimenti non sarebbe un giallo lo stesso, perché si dovrebbe intravedere un'alternativa credibile, che ci deve necessariamente essere nel caso dell'innocenza di Gatti, ma che ancora non appare, per cui la sensazione sarebbe comunque quella di trovarsi in un vicolo cieco. Eppure il delitto di Brescia tiene le prime pagine da tanti giorni e se non si risolve subito sembra destinato a restare uno di quei misteri della cronaca che tornano sempre fuori, ad ogni anno. Perché?

Perché, io credo, attorno a questo caso succedono due cose che hanno a che fare con il nostro immaginario e che noi scrittori di gialli conosciamo bene, in quanto esperti di narrativa più che di criminologia. Ne dovrebbe succede una terza, che purtroppo raramente accade, ma la vediamo dopo.

Riassumiamo i fatti. Il 30 luglio scorso Aldo Donegani e Luisa Di Leo, pensionato e casalinga, spariscono all'improvviso dalla loro villetta in un quartiere residenziale di Brescia. Nessuna traccia, nessun indizio, niente sangue. Tutto in ordine, come se fossero scomparsi nel nulla. Due settimane dopo vengono ritrovati in una scarpata nella Val Camonica, fatti a pezzi e chiusi in una decina di sacchetti, quelli neri della spazzatura. Accanto ai resti ci sono anche un sacchetto della spesa che risulterà effettuata dal signor Aldo e dalla signora Luisa proprio sabato 30 luglio, e due grandi cesoie dalle braccia lunghe, con le lame sporche di sangue.

Il primo elemento da giallo è proprio questo. Il mistero iniziale che colpisce due persone qualunque, prive del più piccolo sospetto di una doppia vita, le ultime che vedremmo coinvolte in una faccenda di cronaca, e il brutale colpo di scena di quello che alla fine scopriamo essergli successo. Mistero ed orrore.

Le indagini puntano subito su Guglielmo Gatti, il nipote che viveva con gli zii. Vengono trovate tracce di sangue nel garage della villetta, un testimone riconosce Guglielmo nell'uomo che si trovava sul luogo del ritrovamento, in forte stato di eccitazione, in uno dei giorni in cui potrebbe essere avvenuto il delitto, i commessi di un negozio dicono di avergli venduto cesoie simili a quelle ritrovate nella scarpata. Guglielmo Gatti viene arrestato e accusato del duplice omicidio degli zii.

E questo è il secondo elemento: la paura. Ci sono delitti che ci fanno meno paura perché ci sembra che non possano accadere a noi o a chi ci è vicino. I delitti di Mafia, per esempio, quelli di malavita, quelli che colpiscono gli emarginati, tutti quelli che non siamo noi. Poi ci sono i delitti della follia, quelli dei serial killer, del vicino di casa che spara dalla finestra, del fidanzato lasciato o del ragazzino che va armato a scuola per farla pagare a qualcuno. Quelli fanno più paura, ma appartengono comunque ad un altrove lontano, quello della follia, quello dell'orrore, roba più da film che da vita reale. Ma i delitti in famiglia - sempre se così fosse anche questo, se, naturalmente - quelli sì che fanno davvero paura, perché toccano un ambiente ristretto e conosciuto, familiare, appunto nel quale ci dovremmo sentirci al sicuro. Famiglia normale, quartiere normale, città normale, e attenti alla carica di falsi e offensivi luoghi comuni che si porta dietro quell'aggettivo, normale, ma è così che lavora il nostro immaginario se non ci stiamo attenti. Tutto normale. Quindi può capitare anche a me.

È questo che rende alcuni casi di cronaca dei best seller della realtà, dei block busters della cronaca nera. Ora, questa riflessione sarebbe un ozioso esercizio di narratologia, anche piuttosto superficiale, se non si portasse dietro la terza cosa che dovrebbe accadere quando ci troviamo di fronte ad un caso di cronaca. E cioè la riflessione.

Passato il primo momento di orrore, di paura e di mistero, i casi come questo dovrebbero farci riflettere. Ogni delitto è una spia di qualcosa che non va nella nostra società, nel nostro paese e nel mondo. Dovremmo chiederci perché è accaduta una cosa del genere, che incidenza ha la violenza nella nostra vita, quali forme ha assunto il disagio, anche in un quartiere normale di una città normale - e continuo ad usare il corsivo - e quale sia un modo corretto e istruttivo per avvicinarsi a certe notizie da parte nostra. Come trasformare tutto questo in qualcosa che in futuro possa evitarlo. Sapendo bene che non ci sono soltanto i best seller della cronaca, che di cose come queste ne avvengono tante e tutti i giorni, anche se non ce ne accorgiamo o ce ne siamo dimenticati in fretta. Forse non è un caso che appena scoperto che i resti umani trovati in una discarica in Romagna non appartenevano ad una ragazza, possibile vittima di un amante diabolico o di un serial killer ma ad un cinese, vittima di qualcosa che non ci riguarda - è in corsivo anche il non - la notizia sia subito sparita dalla nostra attenzione.

Se non si fa così, se non ci si riflette sopra andando oltre il giallo, qualunque sia la sa conclusione giudiziaria, allora i casi di cronaca come questo soltanto questo restano: dei gialli.

Ma quelli li scriviamo meglio noi giallisti.

A mio dire, un'analisi eccellente : voi che ne pensate ?


Re: Le cesoie, i sacchi, il sangue nel garage
24.08.2005 - 18:15
Che le motivazioni,come quasi sempre accade,sono molto più terra-terra di ciò che comunemente si pensa.
Ne rimane esempio insuperabile la vicenda del Carretta che sterminò anni fa genitori e fratello ed ora senza nessuno scrupolo ne pretende l'eredità.
L'aspetto più raccapricciante della vicenda è che molto probabilmente gli verrà data.


Re: Le cesoie, i sacchi, il sangue nel garage
24.08.2005 - 18:18
..e di Gatti che, sebben le prove contro di lui siano schiaccianti, continua a professarsi innnocente che ne pensi ?
Vale il "negare, negare sempre" o dobbiamo dargli il beneficio del dubbio ?


Re: Le cesoie, i sacchi, il sangue nel garage
25.08.2005 - 11:19
Penso che purtroppo in Italia negare l'evidenza paga sempre per l'assassino ed i suoi avvocati,se non altro perchè i mass media vi si buttano a capofitto dando credito a qualsiasi corbelleria permetta loro di ipotizzare scoop fasulli da sbattere in prima pagina o per aprire il tg della sera e ciò finisce sempre per avere conseguenze positive per il colpevole.
Esempi perfetti ne sono le 2 madri assassine che,nonostante l'inconfutabilità dei fatti,hanno ancora la faccia di tolla di dichiararsi totalmente estranee alle imputazioni rivolte loro.
L'ultima,grazie alla sua ostinazione,ha già ricevuto un'offerta dai pm per diminuire la gravità dell'accusa e quindi,di rimando,la durata della detenzione ma ovviamente non s'accontenta dicendo che il gesto fatale lei non l'avrebbe mai compiuto(come se il non volerlo mai fare,pur prendendolo per genuino,possa scusare l'averlo poi effettivamente fatto).
La prima invece,la Franzoni,pur essendo stata condannata a 30 anni(e quindi essendo ufficialmente dichiarata assassina del figlioletto e quindi colpevole)se ne sta bellamente e comodamente a casa sua come se nulla fosse successo con tanto di pietose(e ben retribuite) interviste periodiche a tv e giornali e dopo aver ijn precedenza fatto un altro figlio appositamente con l'intento di evitare il carcere(all'epoca temeva ancora e non pensava che sarebbe bastato continuare la commedia per evitare le sbarre,insomma più facile del previsto).
Esempi come questi continuano a renderci gli zimbelli degli altri stati civili.


Re: Le cesoie, i sacchi, il sangue nel garage
25.08.2005 - 11:22
Ah dimenticavo il Gatti..
Dopo decenni di infondati ricorsi avrà certamente anche lui il suo tornaconto perchè la legge premia sempre chi insiste e potrà cosi' godersi senza nessun problema la sua parte di eredità degli zii che ha ridotto in spezzatino.


Re: Le cesoie, i sacchi, il sangue nel garage
25.08.2005 - 12:38
Sull' articolo niente da eccepire scritto bene come uno scrittore sa fare e sopratutto spiegato come uno scrittore ed intenditore di gialli sa fare, con alcune ovvietà che alla fine ricorrono, mi riferisco al fatto che poi alla fine i fatti li dimentichiamo se sono di minore importanza o se non ce li riportano alla mente.
Il negare sempre per lo meno porta ad essere liberi per un pò di tempo fino a che il processo avrà (se l'avrà) fine, almeno in alcuni casi. Dopo il tutto stà nei prò e contro, il dichiararsi colpevoli può portare ad alcuni benefici. Siamo in un mondo in cui tutto può succedere (siete sicuri di sapere veramente chi sono i vostri vicini di casa?) ma è anche vero che se ci preoccupassimo ogni giorno e ogni minuto del tipo che ci passa a fianco la nostra esistenza sarebbe un inferno.
Per quello che riguarda eredità varie, Quello che mi chiedo, è dove sta la legge. Reminescenze di un esame di diritto privato mi fanno venire alla mente il fatto che chi cagiona la morte dei genitori (e penso di altri parenti) per eredità (carretta docet) non ha diritto a quest'ultima. o io mi ricordo male o la legge è cambiata o semplicemente qualcosa non funziona come dovrebbe.


Re: Le cesoie, i sacchi, il sangue nel garage
25.08.2005 - 12:41
Ps. per il cinese morto, finalmente ( in senso buono) ne hanno trovato uno, visto che anche in parlamento hanno discusso sul fatto che non risultavano in italia deceduti del sol levante.


Re: Le cesoie, i sacchi, il sangue nel garage
25.08.2005 - 14:33
ranatan2004 ha scritto:

> Per quello che riguarda eredità varie, Quello che mi chiedo, è
> dove sta la legge. Reminescenze di un esame di diritto privato
> mi fanno venire alla mente il fatto che chi cagiona la morte
> dei genitori (e penso di altri parenti) per eredità (carretta
> docet) non ha diritto a quest'ultima. o io mi ricordo male o la
> legge è cambiata o semplicemente qualcosa non funziona come
> dovrebbe.


Teoricamente è come dici tu ma non dimentichiamoci mai il Jolly dell'infermità mentale e dei corsi di recupero che nel meccanismo in stile Monopoli del nostro ordinamento giudiziario accorciano tutte le strade verso l'ambito premio finale.
E poi si dice che il crimine non paga..


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