- Antitrust e Autorita' per le Comunicazioni hanno stabilito che i 5 euro di costo fisso, pagati ogni volta per acquistare una ricarica telefonica, rappresentato un costo iniquo per gli utenti, specie per quelli appartenenti alle fasce piu' deboli. "C'e' un'anomalia tutta italiana", fa sapere Corrado Calabro', presidente dell'Autorita' garante per le Comunicazioni, "data dal numero incredibile di carte prepagate, oltre il 90%, probabilmente indotta dal fatto che sull'abbonamento si paga una tassa di concessione governativa di 5 euro, mentre sulle carte prepagate no. Tuttavia- prosegue Calabro' - la distribuzione delle carte comporta un costo. Cosi' i gestori hanno imposto un contributo fisso che ha un aspetto oscuro, e cioe' non c'e' trasparenza rispetto al costo effettivo, e un effetto perverso, perche' regressivo, vale a dire quanto minore e' il taglio della carte prepagate, tanto piu' incide il contributo". Calabro' spiega in che modo si e' intervenuti: "Uno, trasparenza: bisogna che risulti il costo effettivo. Due: non e' accettabile questa curva regressiva. Il contributo non puo' gravare in questa maniera sproporzionata sulle fasce piu' deboli".
