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1137 Lavoratori 119 in cassa integrazione

Inviato da weisse.rose 
1137 Lavoratori 119 in cassa integrazione
10.01.2009 - 14:51
Ciao ragazzi, 1.137 operatori del 119 che rispondono dall' Atesia di Roma da voi tutti vituperati per varie ragioni , entreranno in Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria ossia lavoreranno 16 ore settimanali anzichè 20. Quindi invece di guadagnare uno stipendio di 550 euro al mese ne guadagneranno 450 euro...e voi tutti potete immaginare cosa vuol dire vivere a Roma con 450 euro al mese...e questo dopo che i lavoratori Atesia 119 hanno pagato in denaro firmando neanche due anni fa la liberatoria per avere accesso al Contratto a tempo indeterminato. Per oltre un decennio Atesia TIM 119 ha sfruttato migliaia di ragazzi. Stipendi da fame, nessuna malattia, nessuna ferie, mobbing, soprusi di ogni genere, non rinnovi contrattuali non motivati e ora LA CASSA INTEGRAZIONE il ben servito. Se chiamate il 119 abbiate pazienza verso questi poveri ragazzi/e che non hanno mai vissuto un buon momento e che ora gli è stato dato il benservito.

Da parte mia, vi chiedo di fare la PORTABILITA' di un numero TIM di vostro possesso verso un qualsiasi altro operatore in segno di solidarietà verso questi lavoratori. Chi aderisce a questa iniziativa vi prego di renderne noto in questo topic.

Grazie a tutti...!


Re: 1137 Lavoratori 119 in cassa integrazione
11.01.2009 - 15:05
il momento è delicato... piena solidarietà con tutti voi, anche se non so che altre alternative può avere TIM per sopravvivere (come d'altronde ogni altro gestore) in un periodo come questo... è tempo di sacrifici per tutti...


Re: 1137 Lavoratori 119 in cassa integrazione
12.01.2009 - 13:46
Secondo me altre possibilità di lavoro ci sono...
E i credo molto poco che ci sia tanta gente che lo utilizzava come unico lavoro.

Tutti quelli che conoscevo lo facevano come secondo...


Re: 1137 Lavoratori 119 in cassa integrazione
12.01.2009 - 13:47
Comunque...

Non so come pensano di gestire il CC eliminando le persone a roma....



Re: 1137 Lavoratori 119 in cassa integrazione
12.01.2009 - 19:02
Altre possibilità di lavoro a tempo indeterminato, se ci guardiamo in giro non ce ne sono...forse qualche anno fa Atesia da alcuni ma non da molti era considerato un secondo lavoro ma dopo il ricatto della firma della liberatoria chi aveva il secondo lavoro ha fatto causa e se ne è andato. Ti assicuro che chi è rimasto, 1137 lavoratori, sono veramente in grave difficoltà economica e considera che l'azienda nel 2008 ha guadagnato tre volte di più che nel 2007.


Re: 1137 Lavoratori 119 in cassa integrazione
12.01.2009 - 19:13
Ti rimetto, caro Iencelli, una sintesi di cosa è successo in ATESIA TIM 119 negli ultimi 10 anni

Atesia: diciott'anni di solitudine e precariato
Nel 1989 all’interno del gruppo Seat Pagine Gialle si costituisce Atesia acquistata successivamente da Telecom Italia. Sfruttando una situazione favorita dalle opportunità contrattuali offerte da leggi di Stato, unitamente alla forte domanda di giovani in cerca di occupazione, Atesia in poco tempo diventa il call center più grande d’Europa.
Nel 1998 giunsero dagli stessi impiegati le prime denunce sulle forme contrattuali applicate, sulla riduzione ai minimi termini del costo del lavoro e sull’assenza di qualsiasi diritto costituzionale. Nel 1998, l’Inps fece causa ad Atesia, contestando la fittizia natura di collaborazione dei contratti adottati per i suoi dipendenti. Una causa che oggi a distanza di dieci anni è ancora in corso. Nel 2000 i sindacati confederali sostennero le politiche lavorative adottate dal Gruppo Atesia. Un fatto che successivamente costituì quel fondamento per dare l’ufficialità ai contratti precari CoCoCo e Lap (lavoro a progetto) applicati dal gruppo. Da questo grave episodio Atesia risparmiò migliaia di euro negli importi pagati ai lavoratori che avevano già in corso una vertenza sindacale.

Nel 2002 il fatturato Atesia fu di 98 milioni di euro, mentre per il gruppo Cos, Communication Services S.p.a, che attualmente è la capogruppo di una serie di Società controllate da Alberto Tripi, fu di 76 milioni. Nel 2004 il fatturato Atesia arrivò a toccare i 92 milioni di euro, contro i 135 milioni di Cos, e l’anno successivo Atesia chiuse il bilancio con 54 milioni e la Cos con 210 milioni. Un fatturato milionario in pochissimi anni. Nel 2004 Pompeo Scopino, delle Rsa Nidil-Cgil, assicurò agli operatori dell’arrivo in breve tempo di un contratto stabile, di mense, di asili nidi aziendali e di buoni pasto. Peccato che a volte il frutto dell’immaginazione superi la realtà perché di queste affermazioni nessuna si concretizzò. Nel maggio dello stesso anno Cgil, Cisl, Uil e la Telecom firmarono un accordo nel quale si stabilì che a partire dal 1° luglio tutti i lavoratori sarebbero stati suddivisi. Le attività relative al 187 furono trasferite a Telecontact Center, sempre del gruppo Telecom, mentre per le restanti, come quelle inerenti alle campagne esterne, Telecom Tim e 119, rimasero in Atesia. Quest’ultima venne aquisita per l’80,1% del capitale dal gruppo Cos, fondato nel 1983 grazie alle furbesche acrobazie finanziarie, ma soprattutto grazie alla liquidazione di forza lavoro "stabile" e allo sfruttamento di lavoratrici e lavoratori precari sottopagati e senza alcun diritto per malattia, ferie e maternità.

L’accordo prevedeva anche 1100 contratti di apprendistato professionalizzante, 550 contratti di inserimento e 1350 collaborazioni coordinate e continuative (le attuali Lap). A Telecontact nel frattempo centinaia di lavoratori si dimisero per l’insostenibilità delle condizioni cui erano sottoposti. Ancora negazione dei dritti fondamentali. Lavoratori che furono impiegati per un massimo di quattro ore giornaliere e solo per 300 di loro ex somministrati si aprì la possibilità di ottenere un contratto a tempo indeterminato. Questo accadde proprio nel momento in cui molti lavoratori full-time di Telecom furono pre-pensionati. Sempre nel 2005, la Rsa Nidil-Cgil, assicurò tutti i lavoratori che le cose stavano avviandosi verso un cambiamento. Ma l’unica certezza rimase il fatturato della Cos che salì a 225 milioni nello stesso anno. Nel marzo 2005 venne nominato il nuovo responsabile di Atesia, Matteo Marchiori, che abbassò il contratto utile più alto ai lavoratori del 119. Passando da 85 a 80 centesimi a chiamata. Nello stesso mese nacque PrecariAtesia, il collettivo autogestito degli operatori del call center e dopo una dura lotta i compensi furono riportati agli 85 centesimi.

Atesia però si accordò coi sindacati confederali e propose un contratto di apprendistato a coloro che non avevano ancora raggiunto i 24 anni. Una paga base di 386 euro lorde, che non trovò l’accettazione da parte dei lavoratori. Il 12 maggio si svolse il primo sciopero indetto dal Collettivo PrecariAtesia, cui aderì il 90% della categoria a fronte dello stato continuativo di precarietà. Le richieste furono quelle di ottenere un contratto a tempo indeterminato, un miglioramento dell’ambiente lavorativo e il rispetto della Legge 626/94. Un fatto che indusse paradossalmente la Nidil-Cgil ad accusare il Collettivo additandolo di essere connivente con Atesia per estrometterlo dalle trattative con l’Azienda. Episodio particolarmente grave dal quale si percepì palesemente la simbiosi tra Atesia e sindacati confederali, entrambi in gioco per gli stessi interessi di parte. Il Collettivo presentò una piattaforma rivendicativa, richiedendo un incontro con l’azienda. Era evidenziato l’ormai disconoscimento della rappresentanza confederale nei confronti dei lavoratori del call center. La conseguenza fu quella di cacciare il Collettivo anche dalla presenza delle assemblee della Cgil. Il 16 giugno i lavoratori si riuniscono sotto la sede di Cos, appoggiati da alcune forze politiche e da una parte della società civile.

A luglio le riunioni sindacali sembrarono aprire uno spiraglio ma i tanto manifestati contratti d’inserimento a garanzia di una successiva assunzione stabile, rimasero solo una promessa decantata a parole. Al rifiuto dei lavoratori Rosario Strazzullo, segretario nazionale Slc-Cgil, prima negò la possibilità di far assistere almeno ad un lavoratore agli incontri aziendali per poi affermare: “Non siamo i vostri postini, non siamo tenuti a portare la vostre richieste all’Azienda.” Stesso comportamento anche per Marco Volpi delle Rsa di Atesia che accusò il Collettivo Precariatesia di mettere in pratica allarmismo e terrorismo psicologico. La risposta di Atesia non si fece attendere. Le Tim out, call center dedicato, venne sospeso per due settimane e 800 lavoratori rimasero senza lavoro. Il 22 luglio furono licenziati Manuela, Mariella, Riccardo e Valerio per aver organizzato un’assemblea. L’eco che raggiunse gli organi di stampa fu di un tale rilievo che Atesia divenne il simbolo dello sfruttamento nazionale. Pochi giorni dopo, i lavoratori del collettivo Precariatesia attraverso un esposto all’Ispettorato del Lavoro chiesero un’indagine sulla natura lavorativa all’interno di Atesia e sul rispetto della legge 626 sulla sicurezza sul lavoro. Gli ispettori intervennero e le indagini sono tutt’ora in corso.

Atesia continuò comunque la propria politica lavorativa. Durante la campagna 1288 di Telefonica, le chiamate ricevute dagli operatori risulteranno molte di più di quelle previste e per guadagnare 30 euro lorde i lavoratori saranno costretti a rispondere a 100 telefonate al giorno. Il Collettivo Precariatesia continuava la lotta. Ancora sciopero a settembre con un’adesione del 70% dei lavoratori appoggiati da esponenti istituzionali della Regione Lazio, della Provincia di Roma e del X Municipio. A novembre un centinaio di operatori affiancati da altre realtà lavorative occupavano il Comune di Roma chiedendo alle istituzioni di convocare un tavolo di discussione per affrontare pubblicamente la vertenza. Il 6 dicembre la Regione Lazio convocò le parti ma sia Atesia che i sindacati confederali non si presentarono. Solo il 12 dicembre s’incontrarono in altra sede lontano da occhi indiscreti: gli uffici di Tripi. Subito Cgil, Cisl, Uil organizzarono un bizzarro referendum tra i lavoratori. Verrà presentata solo la loro piattaforma, nella quale per la maggioranza dei lavoratori sono previste 4 ore. Lo spoglio e il controllo verrà eseguito nelle loro sedi e la piattaforma vincente risulterà la propria.

Nel 2006 ad Atesia venne commissionato un lavoro per l’Istat della durata di quattro anni ma i contratti ai collaboratori scadevano dopo pochi mesi. A febbraio è la volta di Salvatore, un altro lavoratore di Precariatesia. Il suo contratto di collaborazione venne rescisso in maniera unilaterale con motivazioni pretestuose da parte di Matteo Marchiori che precedentemente mise in atto un tentativo di intimidazione verso altri due membri del collettivo. Nello stesso mese venne approvato, senza un solo voto favorevole dei lavoratori, il nuovo contratto di categoria delle Telecomunicazioni che ha introdotto l’apprendistato professionalizzante e l’inserimento senza alcun limite all’utilizzo del contratto Lap. In questo modo gli stessi confederali aggirarono la Regione, alla quale spettavano i compiti di controllo ed approvazione imponendo l’applicazione delle Legge 30 a cui s’erano dichiarati contrari, in barba ai 4500 lavoratori precari cui venne impedito di votare un contratto che li riguardava. Ad aprile Atesia e sindacati confederali hanno firmato un accordo che prevedeva 170 contratti a tempo indeterminato, 110 apprendistati, 435 inserimento e 1000 licenziamenti.

L’accordo, in seguito fu dichiarato illegittimo dall’Ispettorato del Lavoro e non trovò applicazione. Il mese successivo dalla scadenza dei contratti Lap 400 lavoratori di Atesia furono licenziati. Dulcis in fundo, l’azienda davanti a lavoratori e lavoratrici in lacrime fece entrare in azienda la polizia creando un clima molto teso. Lo sciopero del 1° giugno fu la risposta immediata del Collettivo. Ingressi presidiati dai lavoratori appoggiati dai sindacati Cobas e Slai Cobas. I dipendenti non si scoraggiarono nemmeno quando i dirigenti di Atesia chiesero alle numerose forze dell’ordine, giunte sul luogo di caricare gli scioperanti, poi Atesia serrò le porte dello stabile di Cinecittà Due dichiarando la serrata. La settimana seguente il Collettivo manifestava davanti al Ministero del Lavoro richiedendo un incontro. La risposta fu quella di dare via libera alle cariche della Polizia. Il 22 agosto del 2006, l’Ispettorato Provinciale del Lavoro inviò all’azienda il verbale d’ispezione in cui fu riconosciuta la natura subordinata del lavoro e quindi l’assunzione di tutti i lavoratori a tempo indeterminato e il pagamento di tutto il pregresso. L’effetto mediatico fu rilevante ma Tripi chiese ai soci di Confindustria del settore di far leva su sette ministri del governo Prodi.

Il 29 Settembre 2006, a seguito dell’assemblea nazionale del 9 settembre con altre realtà, venne organizzata la prima manifestazione nazionale dei call center. Il Collettivo fu ricevuto al Ministero, alle tante parole non seguirono fatti concreti. La manifestazione di settembre mise in luce tutte le difficoltà per lo sviluppo d’un movimento indipendente dei lavoratori e lo scarso interesse a un contributo reale di quello che dovrebbe essere un movimento collettivo. La nuova Finanziaria, in un articolo intitolato misure sulla stabilizzazione, prevede ora un condono per tutti i reati in cambio di assunzioni di tipo subordinato, con contratti a tempo determinato o forme come l’apprendistato. Il tutto è stato reso possibile attraverso un accordo sindacale, firmando una liberatoria, ovvero la rinuncia a tutti i diritti pregressi da parte dei lavoratori. Dunque oltre l’inganno la beffa. Il Ministro Damiano e il Governo si vantano d’aver fatto assumere 6500 nel gruppo Almaviva, altro gruppo di proprietà di Atesia. Risultato finale: i lavoratori guadagneranno 550 euro al mese, avranno turni sull’arco delle 24 ore, dovranno rinunciare a tutto il pregresso. Ecco il risultato finale. Un mese fa il Collettivo ha occupato la sede nazionale della Cgil dove si svolgeva il direttivo sindacale. Epifani ha ricevuto i lavoratori ma nell’animato dibattito una dirigente della Cgil nazionale afferma letteralmente: “Siamo venduti ma non ignoranti”. Sul primo punto i PrecariAtesia non avevano dubbi e per il secondo le sorprese sono le ultime a morire.


E alla fine la CASSA INTEGRAZIONE


Re: 1137 Lavoratori 119 in cassa integrazione
13.01.2009 - 09:17
Hai ragione... non ricordavo con precisione gli ultimi accadimenti..
Siete sicuri che in questo schifo non centri qualcosa l'assoluta incompetenza dei sindacati attuali che non riescono in minima parte a garantire la base di un rapporto di lavoro ( e non i privilegi acquisiti).


Re: 1137 Lavoratori 119 in cassa integrazione
13.01.2009 - 12:59
bah...personalmente lavoro part time in un call center...durante il mese faccio 29 dico 29 turni diversi compresi sabati e domeniche...avrei qualche difficoltà a trovare un secondo lavoro compatibile con 29 turni diversi...


Re: 1137 Lavoratori 119 in cassa integrazione
19.01.2009 - 18:27
E' sconcertante apprendere che in tempi di crisi in cui tutti dobbiamo fare sacrifici, Almaviva proprietaria dell'Atesia che gestisce il maggio numero di chiamate dirette al 119 vede crescere il proprio fatturato e allo stesso tempo manda in CASSA INTEGRAZIONE più di un migliaio di suoi dipendenti che rispondo alla commessa TIM 119. Non è giusto che la collettività si accolli le spese sociali delle aziende che in più godono di buona salute...questo è IMMORALE. E' immorale che in un momento drammatico cui versa l'economia delle famiglie italiane, la TIM AUMENTI LE TARIFFE AI CLIENTI E MANDA IN CASSA INTEGRAZIONE I SUOI DIPENDENTI...LA TIM E' UN'AZIENDA IMMORALE...!

Vi rimetto l'artcolo in questione :

Almaviva/ Fatturato 2008 sale a 620 mln, Beretta entra nel Cda
15/01/2009 20:37

Il gruppo Almaviva ha registrato nel 2008 un netto miglioramento della gestione operativa. Lo sottolinea una nota della società. A questi risultati, spiega il comunicato, hanno contribuito in misura determinante i radicali interventi che hanno portato a una forte razionalizzazione dei costi e all'introduzione di un efficiente modello aziendale. In particolare, il gruppo secondo dati provvisori chiuderà l'esercizio 2008 con 620 milioni di euro di fatturato (600 mln nel 2007 a perimetro omogeneo) e un ebitda di circa 50 mln contro i 18 dell'esercizio precedente. Migliora anche il dato relativo all'indebitamento che passa da 140 mln del 2008 a 105 mln, nonostante investimenti ordinari di 15 mln e straordinari di oltre 30 mln. Almaviva prevede inoltre di chiudere l'esercizio in sostanziale pareggio rispetto ai 97 mln di perdita dell'anno precedente. In un quadro di criticità generale dell'economia, si legge nella nota, il gruppo guidato da Alberto e Marco Tripi intende affrontare le difficili sfide e gli impegnativi problemi del mercato incrementando ulteriormente l'attenzione sull'efficienza aziendale e sul consolidamento delle proprie attività in Italia e all'estero. Nel consiglio di amministrazione entra Maurizio Beretta, ex direttore generale di Confindustria, al quale è affidata la delega per i rapporti istituzionali del gruppo.

fonte:http://economia.alice.it/news/foglia.html?codNotizia=17581529&pmk=rss


Re: 1137 Lavoratori 119 in cassa integrazione
08.02.2009 - 16:58
per la questione atesia, vi segnalo l'interessantissimo film di ascanio celestini sul caso,
non ricordo il titolo ma dovrebbe essere facile trovarlo.


Re: 1137 Lavoratori 119 in cassa integrazione
08.02.2009 - 20:32
il film si chiama "Parole Sante"


Re: 1137 Lavoratori 119 in cassa integrazione
11.02.2009 - 18:20
weisse.rose ha scritto:
-------------------------------------------------------
> Da parte mia, vi chiedo di fare la PORTABILITA' di
> un numero TIM di vostro possesso verso un
> qualsiasi altro operatore in segno di solidarietà
> verso questi lavoratori. Chi aderisce a questa
> iniziativa vi prego di renderne noto in questo
> topic.
>
> Grazie a tutti...!

Capisco lo sconforto, ma credo che diffondere questo consiglio vi porti a perderlo il lavoro...altro che cassa integrazione, bah.



Re: 1137 Lavoratori 119 in cassa integrazione
12.02.2009 - 10:42
NOn parleresti in questo modo se non ti ci trovi dentro.
E' vero che molti operatori sono esagerati... ma non mi sembra il caso di weisse.

Anzi è stata perfino troppo pacata


Re: 1137 Lavoratori 119 in cassa integrazione
13.02.2009 - 17:42
Mi baso sulla logicità dell'azione: più portabilità = meno linee = meno chiamate = meno lavoro = più licenziamenti.


Re: 1137 Lavoratori 119 in cassa integrazione
13.02.2009 - 21:35
weisse.rose ha scritto:
-------------------------------------------------------
>.................... la TIM AUMENTI LE TARIFFE
> AI CLIENTI E MANDA IN CASSA INTEGRAZIONE I SUOI
> DIPENDENTI...LA TIM E' UN'AZIENDA IMMORALE...!
>
>
Mi sembra che esci dal mondo dei puffi... tutte le aziende sono "immorali" poichè finchè rendi ti tengono e poi ciao, grazie e arrivederci...
Non sono associazioni di beneficenze e il loro scopo e di macinare utili sfruttando chi non può esser sfruttatore.


Re: 1137 Lavoratori 119 in cassa integrazione
15.02.2009 - 10:56
X enstrop: Mi sembri che esci da una scatola cinese...leggiti la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo e ti rendi conto di quanto è malsano e pericoloso è il tuo ragionamento. Esistono dei popoli che sfruttano altri popoli che non possono essere sfruttatori di altri popoli ma almeno mi sembra che nel sentimento comune è condannato e condannabile...con il tuo ragionamento anche il regime nazista o bolscevico sarebbe giustificabile. Mi rendo conto che 2000 anni di civiltà occidentale è passata invana.;moralmente ed eticamente tutti noi siamo ritornati allo stato della civiltà della pietra;anzi moralmente gli uomini preistorici, forse, erano eticamente più evoluto di noi.


Re: 1137 Lavoratori 119 in cassa integrazione
15.02.2009 - 22:50
Re: 1137 Lavoratori 119 in cassa integrazione
17.02.2009 - 21:31
Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo? Veramente stiamo parlando di semplici operatori di call center che di meglio non han trovato che subirsi per otto ore al giorno le lamentele di poveri utenti che, magari in cassa integrazione, non hanno di meglio da fare che chiamare il 119.
Tim è un azienda alla canna del gas che sta pagando anni di mala gestione da parte di lobby di incompetenti.
Guarda i casini che ha combinato con Telco e sappimi dire se è un azienda che merita ancora di esistere.
Sfruttano per un po quello che ancora possono sfruttare (speculazione su operatori c. center) e poi il declino continua.. finchè un bel giorno ci sarà la sospensione dai listini di borsa...



Re: 1137 Lavoratori 119 in cassa integrazione
18.02.2009 - 13:41
smettila di scrivere @#$%& per favore....
Sai cosa succede se muoiono tim e telecom...
NOn te ne rendi conto, altrimenti non scriveresti baggianate simili....


Re: 1137 Lavoratori 119 in cassa integrazione
18.02.2009 - 16:38
enstrop ha scritto:
-------------------------------------------------------
> Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo?
> Veramente stiamo parlando di semplici operatori di
> call center che di meglio non han trovato

Quindi secondo te l'Operatore di call center non merita lo status di Uomo e quindi gli si possono negare la dignità e i diritti che si debbono ad ogni Uomo?

Mi ricordi un sindacalista della CGIL che mi disse che la colpa di tutto questo schifo è mia che invece di lavorare in una banca lavoro in un call center.


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